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Parlando con Riccardo Blumer: Laboratorio Ceramics of Italy e altro ancora.
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<<Mi piace pensare la ceramica come luogo del "tatto" architettonico…>>
Dal 1° fino al 10 maggio la Triennale di Milano ospiterà la mostra “Laboratorio Ceramics of Italy” curata dallo studio blumerandfriends dove Marazzi, partecipa con i gres Mystone nelle varianti Silverstone e Kashmir.
Per l’occasione l’architetto Riccardo Blumer ci ha parlato un po’ di questo progetto e di altro ancora.
1. Da dove nasce l’idea del “Laboratorio Ceramics of Italy” in mostra dal 1 al 10 maggio alla Triennale di Milano?
la relazione tra cibo e ceramica è la capacità dell'uomo di produrre delle relazioni tra materiali naturali e una nuova relazione tra gli stessi attraverso la miscela che ne produce un altro artificiale, nuovo e sua volta inscindibile, finito.
Per l'Expo che ha come tema il cibo fondamento di vita, abbiamo pensato di mettere in mostra sulle belle ceramiche non il prodotto ma il processo che ne permette la creazione. Il rapporto con la ceramica è quindi profondamente culturale.
2. Qual è secondo voi il ruolo della ceramica oggi in architettura?
Mi piace pensare la ceramica come luogo del "tatto" architettonico. La sensibilità di un edificio si determina dalla pelle quale luogo estroflesso di tutta la costruzione e di momento dove l'artificio incontra il mondo.
Se gli chiediamo questo è quindi un ruolo incredibilmente inscindibile dalla costruzione stessa e quindi importantissimo.
3. Se doveste decidere un progetto che vi rappresenti al meglio, quale scegliereste?
se fosse un progetto di architettura non mio le pagine non basterebbero...se invece mio l'ultimo: la balena per i bambini alla Triennale di Milano, istallazione architettonica permanente per le attività didattiche, un grande cesto rovesciato che crea un luogo speciale.
4. A cosa state lavorando oggi?
Le cose più "intriganti" le sto facendo con le scuole dove posso aprire laboratori come quello che stiamo inaugurando in Triennale e che appunto esprimono processi e non prodotti...relazione inscindibile che oggi va assolutamente rifondata come atto di cultura contro la banalizzazione della forma a "carrozzeria".
Professionalmente c'è un progetto residenziale vicino a Milano che mi sta compiacendo per la generosità della forma ellittica della pianta che ho deciso di usare. Lo immagino come un grande monolite di ceramica.