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Ristorazione, ospitalità e tempo liberoA Gallipoli, lo studio milanese Atelier P realizza un ristorante di pesce che, sebbene non guardi il mare, ne evoca i bagliori e la superficie cangiante grazie all'uso dei mattoncini in gres super lucidi Crogiolo Lume
Nel centro storico di Gallipoli, il ristorante Lazzaro e Caterina è un ambiente di circa 300 mq leggermente interrati, ai piedi dello storico palazzo Presta. Gli architetti Luca Piccinno, Mattia Pareschi e Alessandro M. Cesario, dello studio milanese Atelier P, puntano ad azzerare la distanza con la spiaggia della Purità, vero incanto del luogo, con un progetto che richiama i colori e la brillantezza del mare.
La ristrutturazione del locale nasce all'unione di quattro appartamenti, con un ambiente prevalentemente longitudinale, che gli architetti hanno reso fluido e variato grazie all'ampio uso delle piastrelle Crogiolo Lume in color Blue, applicate sia a parete che a pavimento. “Nella pavimentazione”, spiega l'architetto Pareschi di Atelier P, “abbiamo cercato, sì, uno sfondo uniforme ma da cui far emergere lievi variazioni cromatiche pur usando lo stesso materiale. Per dare l'idea del vicino mare, abbiamo impiegato i mattoncini cangianti Crogiolo Lume a ricoprire le pareti fino a una certa altezza. In questo modo, si amplificano gli effetti stonalizzati ed emergono gli arredi, come i divani o le altre superfici effetto marmo”.
L'interior design presenta un mood coloniale dei primi Novecento, sottolineato da alcuni dettagli come una cassettiera d’antan, manifesti anni Trenta e accenti di verde di tipo palmizio. Una panca in rovere con cuscini dal colore avana corre lungo le pareti, giustapposta alle sedie in paglia di Vienna e ai tavoli dal piano effetto pietra beige: dettagli d'arredo chiari che contrastano con il blu profondo delle piastrelle tutt'intorno. Dunque, tonalità sabbiose e profondità marine.
Le piastrelle giocano anche con la posa: “non abbiamo messo il formato soltanto in continuità”, precisa Pareschi, “ma anche a spina di pesce al centro del pavimento, creando una sorta di tappeto e differenziando, pur nell'uniformità, i vari ambienti. Le superfici rimandano ai colori del paesaggio limitrofo e all'irregolarità dei materiali naturali lavorati artigianalmente. L'effetto materico di questi nuovi materiali ceramici è straordinario: la stonalizzazione genera sensazioni pari ai materiali di cava, irregolari e mai uguali a sé stessi. Tale differenziazione consente di movimentare le superfici facendo vibrare l'ambiente. Qui la ceramica non è solo un 'foglio' di rivestimento, ma ci offre possibilità compositive entrando a pieno titolo nell'interior design. Nel caso di Crogiolo Lume, infine, la ceramica non imita materiali altri ma ha una sua riconoscibilità e identità materica”.
Pur parzialmente interrato, nel ristorante entra la luce naturale dalle grandi vetrate che affacciano sul vicolo del borgo, riflettendosi nei mattoncini maiolicati con una sensazione cromatica sempre cangiante. L'idea dell'ambiente marino è infine evocata dalle applique di Arturo Alvarez, che ricordano la testa delle meduse, e dalle lampade in carta riciclata di Molo Design, sospese in zona bar come due anemoni di mare.
“Abbiamo usato la ceramica anche in altri progetti a Milano”, conclude Pareschi: “spesso lastre effetto marmo perché era necessario un materiale che ne evocasse l'estetica e la preziosità, ma con caratteristiche più stabili e facile da manutenere sia nel tempo sia da chiunque a cui venga affidato. Il gres porcellanato offre questi vantaggi assieme a prestazioni tecniche precise e certificabili, che lo rendono particolarmente adatto per esigenze di capitolato al settore horeca”.
Ph. Fabrizio Cirfiera
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